LA NOIA PROFESSIONALE: UN NEMICO DEL BENESSERE E DELLA MOTIVAZIONE

“Non ho voglia di fare nulla. Ogni giorno è uguale all’altro. Tutto quello che mi si prospetta mi annoia, non mi da emozione. So che dovrei farlo, ma continuo a procrastinare. Ma allo stesso tempo il mio stato di inerzia non mi fa sentire bene con me stessa, mi sento inutile, triste e sento di valere meno degli altri.”
Ti è mai capitato di sentirti cosi?
La noia è una sensazione che può essere particolarmente debilitante quando si fa strada nella nostro quotidiano. Come affermato da Blaise Pascal, “nulla è insopportabile all’uomo quanto essere in un completo riposo, senza passioni, senza faccende, senza divertimento, senza un’occupazione.” Questa citazione riflette la profonda avversione umana per la noia, una sensazione che può assumere molte forme, tra cui quella sperimentata sul luogo di lavoro.
LA NOIA SUL POSTO DI LAVORO
Possiamo definire la noia come una sensazione di vuoto interiore, una mancanza di scopo e una monotonia delle attività. Ci conduce verso un senso di immobilità e apatia. In altre parole, la noia può farci sentire come “individui deludenti” (U. Galimberti)
Il concetto di noia sul lavoro, ci porta immediatamente all’idea di “aver poco o nulla di fare”. In realtà è molto spesso derivante dal dover svolgere un’attività poco stimolante, ripetitiva o che riteniamo inutile. In ogni caso, la sensazione di non avere nulla di interessante da fare, o che susciti il nostro interesse, ci conduce a un senso di insoddisfazione permanente.
Allo stesso tempo, la certezza che intraprendere attivamente un’azione ci richiede uno sforzo considerevole e, magari, con pochi risultati tangibili, ci scoraggia ulteriormente, dando il via ad un circolo vizioso. In questa situazione ci si sente intrappolati in una apatica routine.
L’esperienza della noia, quindi, ha un impatto significativo sulla nostra produttività e sul nostro benessere.
LA NOIA QUALE EMOZIONE- SENTINELLA
La noia non deve, però, essere vista solo sotto una luce negativa. Può essere considerata, invece, un segnale psicologico che ci spinge a cercare nuove sfide e obiettivi.
Alcuni studi suggeriscono che la noia possa stimolare la ricerca di stimoli nuovi ed eccitanti.
La solita routine, la ripetitività, le consuetudini, ci possono annoiare, ma paradossalmente, il desiderio di uscirne può essere l’innesco per la ricerca di nuove soluzioni alternative, stimolando la nostra creatività.
Come sostiene Sandi Mann, quando il mondo esterno non ci stimola abbastanza, ci rivolgiamo alla nostra mente per scoprire nuove prospettive, mettendo in moto l’immaginazione e adottando un pensiero diverso.
La noia nonostante le apparenze, quindi, ha uno scopo evolutivo. In effetti, può essere considerata un’emozione che ci avverte della necessità di cambiare la nostra relazione con le cose. Ci indica un desiderio di nuovi stimoli e obiettivi, e persino aiutarci a recuperare l’entusiasmo e la positività che avevamo perso lungo il cammino.
Purtroppo, non sempre riusciamo a cogliere questo importante segnale. Troppo spesso, invece di reagire in maniera costruttiva ci rifugiamo in gratificazioni esterne, in realtà altrettanto monotone, come la televisione, i social network, i videogiochi, o anche il cibo, le sigarette, l’alcol e così via, generando seri problemi per la nostra salute psichica e fisica.
Quando le attività quotidiane ci sembrano prive di stimolo, è probabilmente arrivato il momento di esplorare nuove sfide, acquisire nuove competenze o proporre nuovi progetti. La noia, se la gestiamo in modo costruttivo, può fungere da acceleratore per il nostro sviluppo e innovazione, incitandoci a cercare nuovi modi per contribuire al successo della nostra realtà professionale.
Dobbiamo viverla ed ascoltarla come un segnale che qualcosa deve cambiare. È necessario, quindi, identificare soluzioni per rendere le attività più coinvolgenti e significative, così da migliorare la soddisfazione professionale e la produttività complessiva.
NOIA E RAPPORTI SOCIALI
È inoltre, possibile che la noia che proviamo trovi radici profonde anche nella sfera dei nostri rapporti interpersonali della comunicazione umana. Significa che quando le relazioni con gli altri mancano di autenticità, percepiamo una sensazione di vuoto e insoddisfazione che può sfociare nella noia.
L’autenticità nelle relazioni è fondamentale per una connessione significativa. Quando ci sentiamo costretti a indossare maschere o a nascondere la nostra vera natura per adattarci a norme sociali o aspettative non realistiche, possono sorgere in noi sentimenti di frustrazione e stanchezza.
Per evitare che ciò accada, è essenziale che coltiviamo relazioni basate sulla trasparenza e sulla sincerità. Questo significa essere noi stessi, esprimere i nostri pensieri, sentimenti e desideri in modo aperto e onesto. Le relazioni autentiche sono quelle in cui possiamo anche essere vulnerabili, condividere le nostre gioie e le nostre preoccupazioni, sentendoci compresi e accettati per chi veramente siamo.
Inoltre, quando abbiamo la fortuna di lavorare in un ambiente in cui possiamo essere veritieri nei rapporti, si crea un contesto più dinamico e coinvolgente, promuovendo una comunicazione aperta, che favorisce la collaborazione e stimola l’innovazione.
Le idee possono fluire liberamente, le sfide possono essere affrontate in modo più costruttivo e le persone possono sentirsi più motivate e impegnate nel loro lavoro.
LA SINDROME DI BOREOUT
Un dei rischi del vivere il lavoro in uno stato di inedia, è quello che possa sfociare ne “LA SINDROME DEL BOREOUT”, fenomeno correlato appunto alla noia, da non confondersi con “la sindrome del Bornout”. Mentre quest’ultimo è conseguenza di eccessivo stress e sovraccarico di lavoro, il Boreout, al contrario è scatenato dalla mancanza di sfide e stimoli.
Tale sindrome può portare a gravi conseguenze sia a livello psicologico come demotivazione, disistima a di se’, ansia, frustrazione e, all’estremo, depressione, e sia a livello fisico come, emicrania, insonnia, difficoltà digestive ecc.
Si tratta, quindi, di una sindrome recentemente identificata, ma da non sottovalutare.
COSA FARE PER GESTITE LA NOIA SUL LUOGO DI LAVORO?
Come per ogni cosa, se desideriamo apportare un cambiamento alla nostra situazione che non ci soddisfa, è necessario abbracciare un approccio proattivo. Lo stesso vale anche per gestire la noia sul luogo di lavoro.
Ci sono diverse azioni che potremmo mettere in atto:
- Innanzitutto riflettere e comprendere a fondo quali possono essere le cause. Chiediamoci quali aspetti del nostro lavoro o dell’ambiente lavorativo sono per noi demotivanti, poco stimolanti e monotone.
- Mettiamo maggiormente a fuoco qual’è lo scopo e quali sono gli obiettivi della nostra attività. Sapere con chiarezza il fine di ciò che stiamo facendo rende il lavoro più coinvolgente. Discutiamo questi obiettivi con il nostro superiore per allinearli con i nostri obiettivi.
- Proviamo ad introdurre varietà nella nostra routine lavorativa. Chiediamoci se ci sono nuovi progetti o compiti che possiamo assumere o se possiamo collaborare con colleghi in modo diverso.
- Facciamo espressa richiesta di investire nel nostro sviluppo professionale acquisendo nuove competenze o perfezionando quelle esistenti.
- Comunichiamo apertamente con il nostro capo o il team sulle nostre preoccupazioni riguardo allo stato di noia. Potremmo trovare solidarietà e desiderio di collaborare per trovare soluzioni che rendano il lavoro più interessante anche per gli altri.
- Ritagliamoci del tempo da dedicare ad attività e ad interessi al di fuori del lavoro per rigenerarci mentalmente ed emotivamente.
- Restiamo vigili su nuove opportunità interne di crescita ed avanzamento. A volte, un cambiamento di ruolo o di settore può rimetterci in moto dando vitalità alla nostra carriera.
In fine non sottovalutiamo il supporto che possono darci professionisti esterni, nel prendere consapevolezza di questo nostro “stato” e nel trovare le soluzioni più opportune per uscirne.
*Leggi anche: LA SINDROME DEL BOREOUT: DI COSA SI TRATTA E COME AFFRONTARLA