LAVORARE COI SOCIAL: LA SOPRAVVIVENZA DIGITALE DI UNA BOOMER INTROVERSA

Quando ho iniziato la mia carriera negli anni ’90, il marketing era decisamente più semplice.
Sapeva di carta stampata, di televisione, di radio e di biglietti da visita e con buona volontà e un pizzico di carisma, ci si creava il proprio network personale. I social media? Mai sentiti. I “follower”? Questi esseri sconosciuti.
Oggi, invece, mi trovo in un contesto in cui devo promuovere la mia attività tra post, video, reel e hashtag, con aggiornamenti costanti, vivendo l’affanno di chi deve salire su un treno in corsa.
Essendo nata negli anni ‘70, il marketing digitale non è esattamente la mia comfort zone. In più, la mia tendenza introversa non aiuta, e l’idea di mettermi davanti a una telecamera a parlare proprio non mi appartiene. Eppure, so che oggi è fondamentale essere presenti. Ma come riuscirci senza perdere la propria autenticità e senza farsi inghiottire dalle aspettative?
Una cosa che ho capito subito è che non sono il tipo da pubblicare il classico “buongiornissimo” ogni giorno.
L’idea di raccontare dettagli della mia giornata sui social per dare il buon esempio, mi sembra assurda e, soprattutto, non sono io. E non devo esserlo.
Ma allora, come fare per farsi sentire?
La chiave è stata trovare la mia voce autentica anche nel caos del digitale.
Ho riflettuto su quali fossero le mie risorse migliori, e la risposta è arrivata naturalmente: la scrittura.
Scrivere post e articoli mi permette di parlare di ciò che conosco e, con il rispetto di ciò in cui credo, di arrivare in modo profondo e vero. Mi rivolgo a un pubblico di donne che, come me, vivono all’estero, lavorano, e cercano costantemente un equilibrio tra questa dimensione e la loro vita privata. Sono persone con le quali condivido lo stesso tipo di sfide.
La connessione è naturale e non forzata.
Ho anche imparato che non posso, né voglio, essere sempre connessa.
Ho una vita privata che non sono disposta a sacrificare per un like in più. Dunque, ho accettato di dire “no” ad alcune piattaforme.
Non è necessario essere ovunque: posso concentrarmi su quelle che mi fanno sentire a mio agio e che portano un reale valore al mio lavoro. LinkedIn, ad esempio, è la mia piattaforma principale, perché mi consente di esprimermi con riflessioni e approfondimenti che risuonano con il mio pubblico.
Instagram e Facebook li utilizzo, ma senza troppe aspettative o pressioni. TikTok? Beh, lì mi limito a guardare i video dei gatti. Ho capito che non tutto deve essere un’occasione per il marketing. C’è anche spazio per il divertimento e la leggerezza.
La parte sorprendente, nonostante tutto, è che sono riuscita a connettermi con molte persone, seguendo il mio stile.
Ho sempre cercato di mostrare gentilezza e serietà professionale, senza cercare di apparire come qualcun altro. Ho scoperto che le persone non cercano perfezione, ma individui reali con cui possano entrare in sintonia. A quanto pare, essere autentici funziona davvero.
Questa scelta mi ha permesso non solo di mantenere l’equilibrio, ma anche di rafforzare la mia connessione con chi mi segue. Le persone apprezzano la coerenza e la sincerità, e questo ha creato un legame più forte. Dopotutto, il successo si misura nelle relazioni reali, non solo nei numeri.
Ammetto che, a un certo punto, mi sono persa.
Nel mare di consigli su “come diventare un guru dei social”, stavo dimenticando perché avevo iniziato: fare coaching. Mi ritrovavo a passare più tempo a studiare gli algoritmi di Instagram che a preparare sessioni per le mie clienti. Un vero paradosso!
Ero diventata una detective dei social media, sempre alla ricerca della formula magica che mi avrebbe portata al successo. Ma più mi perdevo tra reel e hashtag, più mi allontanavo dalla mia vera passione: il coaching, il lavoro che amo perché mi permette di aiutare le persone a trovare la loro strada.
È stato allora che ho deciso di ricalibrare. Ho smesso di cercare e mi sono concentrata su ciò che so fare meglio: ascoltare, supportare e guidare chi si affida a me. Ho scelto di usare i social media come uno strumento per condividere il mio lavoro e i miei valori, non come un fine in sé. Questo cambiamento mi ha aiutato a ritrovare il focus e, sorprendentemente, ha funzionato!
Ognuno deve trovare la propria strada, quella che sia in linea con i propri valori e personalità.
E questa è la mia soluzione, quella che calza perfettamente con le mie esigenze e il mio stile di vita. Non esiste una regola unica, Ognuno deve trovare il proprio equilibrio, trasformando le proprie caratteristiche in punti di forza. Non serve inseguire ogni tendenza per rimanere visibili. L’importante è essere autentici e concentrati su ciò che conta davvero.
Il mio approccio basato anche sul rispetto dei miei limiti mi ha aiutato a trovare un ritmo che non mi stressa. Posso fare le cose a modo mio, senza inseguire ogni tendenza. E così, passo dopo passo, ho costruito relazioni che hanno un vero impatto sul mio lavoro.
Il marketing digitale non è solo questione di visibilità o numeri, ma di connessione con le persone. E quando quella connessione è reale, i risultati arrivano, sicuramente in modo più lento, ma più solido e duraturo.
Ed è così che, con gentilezza e autenticità, ho trovato il mio spazio nel mondo digitale, a modo mio.
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